sabato 19 agosto 2017

7^ Ultramaratona del Gran Sasso d'Italia - Santo Stefano di Sessanio - 30 luglio 2017

 
Due fratelli che decidono di compiere 50 km per il secondo anno consecutivo e arrivano insieme... questa è l'immagine che mi piace dell'Ultramaratona del Gran Sasso d'Italia 2017

Classifica Ultramaratona del Gran Sasso 30 luglio 2017 Santo Stefano di Sessanio (AQ)
http://www.timingrun.it/home/risorse/classifiche/cl_169.pdf 

Foto Lan in Versione Runners : https://www.facebook.com/pg/LAB-in-Versione-RunnerS-1043273139020516/photos/?tab=album&album_id=1773527495995073

Foto 4 go : http://www.fotoforgo.com/ultra-maratona-del-gran-sasso-2017-50km/

Link per diplomi Ultramaratona del Gran Sasso 2017 :
http://www.gianlucalufrano.altervista.org/i-miei-amici.html



Articoli e commenti di atleti su fb Gran Sasso 2017





Wouter Decock
2 ° posto alla 50 km Ultramaratona del Gran Sasso d'Italia dopo Alberico Di Cecco. Ha accelerato al km 20 Durante la lunga tratto in salita e non sono riuscito a seguirla, lo volevo riprendere nell’ultima parte dove cerano 10 km di discesa. Ma Alberico ha concluso la sua gara molto forte in 3h16'49" dandomi un distacco di 4 minuti.Un grande grazie a Franco Schiazza, l'organizzatore di questa splendida gara in Abruzzo italiano, "piccolo Tibet".Prossimo appuntamento: 100 km Winschoten (Paesi Bassi). Guardando al futuro!

 

Carolina Gatti
Ciao Franco, a distanza di un paio di giorni, a mente fredda ho avuto modo di metabolizzare il week end appena trascorso. Che dire.... sarei ripetitiva nel dirti che è stato tutto impeccabile, dall'organizzazione della gara, ai ristori, per non parlare del percorso da togliere il fiato che faceva volare via i km senza nemmeno accorgersi.... La vostra accoglienza, la vostra disponibilità, la vostra gentilezza poi mi hanno riempito il cuore. Grazie veramente per tutto quello che avete fatto per noi e per rendere questa gara una delle più belle a cui io abbia mai partecipato.... Ci vediamo nel 2018!!! Grazie Franco

 

Barbara Liberati
Grazie Franco Schiazza per avermi regalato un sogno...sapevo che sarebbe stata dura, sapevo che il caldo si sarebbe fatto sentire ma non sapevo minimamente che sarebbe stata una delle emozioni più belle della mia vita.. un paesaggio mozzafiato e una organizzazione perfetta hanno fatto si che il mio sogno si realizzasse... grazie Franco Schiazza per avermi fatto sognare ad occhi aperti!

 

Marco Bonfiglio
Ultramaratona del Gran Sasso 50 km... Anche i ristori sono super, infatti mi hanno fatto un servizio fotografico mentre mangio mezza crostata!! :-D
Franco si è supe rato anche in questo!! #spintatotale


 
Luisa Betti
#UltramaratonadelGranSasso 2017: a pochi giorni di distanza dalla 100 km di Asolo, ieri sono felicemente tornata nella magica Terra abruzzese per godermi altri 50 splendidi km attraverso gli spettacolari paesaggi di questa fantastica regione, non a caso denominata dal giornalista Primo Levi (omonimo del piu' famoso scrittore) "Terra Forte e Gentile"! Avevo gia' avuto il piacere di correrla lo scorso anno e di constatare che gara meravigliosa ed unica nel suo genere fosse, per cui ci sono tornata molto volentieri e anche quest'anno mi sono goduta appieno i suoi panorami da sogno, tanto perfetti da sembrare cartoline illustrate, assieme alla piacevole compagnia del mio grande Amico Domenico Martino con il quale ho condiviso anche la gioia dell'arrivo. Peccato solo per l'intenso ed improvviso dolore al ginocchio sinistro che mi ha rallentata non poco, soprattutto in discesa (probabilmente un "ricordino" lasciato proprio dalla 100 di Asolo, forse non l'avevo ancora smaltita del tutto...si nota dalla smorfia che ho in foto 😅), ma che non mi ha comunque impedito di arrivare sul podio di categoria e di essere insignita pure del prestigioso titolo di "Miss Gran Sasso", quindi cosa volere di piu'?? 😂 Battute a parte, con questa siamo gia' a 213 fra maratone/Ultra: adesso qualche giorno di recupero e poi il 4 di agosto si riparte, poiche' mi attendono le "10 maratone in 10 giorni" sul lago d'Orta...speriamo bene!! P.S. questo che state leggendo e' il sunto "breve" (si fa per dire 😂), per tutti coloro che non amano i miei cosiddetti "papiri", ma nei prossimi giorni scrivero' il racconto vero e proprio, in cui parlero' piu' diffusamente di Santo Stefano di Sessanio (il delizioso paese dal quale parte e arriva la gara), nonche' della regione e del popolo abruzzese. Sara' un racconto interamente dedicato non solo alla gara, ma proprio all'Abruzzo in generale, Terra antica, ospitale, ricca di meraviglie e di grandi Valori; del resto ho promesso all'organizzatore Franco Schiazza che avrei scritto uno dei miei soliti "Racconti di Corsa" dedicato a tale argomento, per ripagarlo anche del suo invito e della gentilezza che mi ha sempre dimostrato, e come sapete io ci tengo a mantenere la parola data! Per cui puoi stare tranquillo, caro Franco...mi sono gia' messa all'opera e cerchero' di fare del mio meglio per onorare la tua bella gara, organizzata con tanta cura e amore, ed anche la vostra magnifica Terra! Spero proprio che quello che sto scrivendo ti fara' piacere e che invogli anche piu' persone possibili a partecipare e a visitare i vostri luoghi, poiche' meritano davvero, cosi come la tua Ultramaratona! Una cosa e' certa: io ed i miei Amici la adoriamo, e ci torneremo sicuramente anche il prossimo anno...nell'attesa, Ti ringrazio e Vi ringrazio di cuore, a tutti Voi Abruzzesi, per l'ospitalita'! Siete persone speciali...e lo penso davvero.
 
Barbara Liberati
Sono passati 6 giorni da una delle esperienze più belle della mia vita e dopo quasi una settimana, dopo aver metabolizzato tutto ciò che ho provato sono pronta a raccontarlo...
Dopo aver corso la mia prima ULTRAMARATONA il 1 Luglio a Serra de' Conti, il 30 luglio mi trovo alla partenza di quella che era da tanto il mio sogno chiuso nel cassetto: LA 50 KM DEL GRAN SASSO.
Una gara che desideravo, temevo e aspettavo da tanto tempo; un percorso impegnativo quello, e mi chiedevo se mai testa e gambe mi avrebbero supportato e accompagnato lungo quelle interminabili salite.
Le domande avrebbero avuto risposta solo dopo lo start: ore 8.45 circa e insieme ad altre circa 400 paia di scarpe iniziai la mia avventura!
La MIA gara non prevedeva obiettivi di tempo, o arrivare prima o dopo altre persone: la MIA gara era con me stessa, dovevo, se possibile arrivare al traguardo!
Lo avevo promesso a mia sorella Alessandra, a mio cognato Antonio Donatelli, al campione Francesco Cannito che il giorno prima mi aveva chiamato promettendomi che ce l'avrei fatta!!!
Al mio fianco l'amico di corsa e di vita Gabriele de Cerchio, la supereroe Mary Moor .. non ero sola, né fisicamente né mentalmente.
Iniziammo la nostra avventura, tra chiacchiere con i compagni di strada che di volta in volta raggiungevamo o che ci recuperavano.
Paesaggi da togliere il fiato, come del resto la salita per arrivare a CASTELDELMONTE: ma ripensavo a quello che l'organizzatore Franco Schiazza mi disse a Serra "GODITI IL PAESAGGIO" e così ho fatto!
Il caldo era pesante e il sole il protagonista della nostra giornata; quando il respiro si faceva corto, le gambe iniziavano a fare qualche passo per recuperare, ma la testa non mollava mai di vista l'obiettivo finale.
L'amico Luca Dipomponio ci ha accompagnato per un po', fino al ristoro di FONTE VETICA, quando motociclisti e ciclisti hanno catturato la mia attenzione: l' anno scorso ero lì, con i miei amici a cavallo delle loro moto, e dopo un anno esatto ero lì a correre il mio sogno..
Con la testa piena di ricordi, dopo aver bevuto ed esserci rimessi un po', riprendemmo la nostra corsa. Ed ecco l'amico ULTRAMARATONETA Domenico Martino, ci affianca e corriamo insieme raccontandoci le prossime follie di corsa in programma per questa estate. Le gambe cominciavano ad essere stanche, ma al 40 km ci sarebbe stata la mia amica Marika Melchiorre con acqua, birra, coca cola e le scarpette pronte per correre con noi gli ultimi 10 km di gara; i km che credevo più facili perché in discesa ma che ho cominciato ad accusare più di tutti.
Santo Stefano di Sessanio si intravedeva da lassù, ma poi dopo qualche passo spariva: sembrava un paese FANTASMA!
Ma avevamo troppa voglia di arrivare, volevo andare ad abbracciare mia sorella, e a testa bassa eccoci raggiungere il 49 esimo km.
Guardo in faccia Gabriele, mi fermo e sorridendo mi dice "CI SIAMO" E le gambe riprendono a correre.
49 km e 600 mt e sento "FORZA BARBARAAAAAAAAA!!! CE L' HAI FATTA!!!" Mi giro e vedo Alessandra e Antonio, Marco e Calzetta Maurizio: le lacrime cominciano a scendere, Marika ci stacca per immortalarci all'arrivo, prendo la mano di Gabriele, giriamo a sinistra e tagliamo il traguardo della nostra ULTRAMARATONA.
6 ore e 32 minuti di emozioni
Abbasso la testa per incalzare la medaglia e la commozione era tale da non permettermi di parlare. Alzo la testa e c'era lei Silvia Joy Del Grosso, la mia Billetta che stava aspettando il mio arrivo e nel frattempo mia sorella mi stringe in un abbraccio che fa svanire tutta la fatica.
E poi ancora lacrime con gli amici conosciuti Omar Atzori Luca Passamonti Michele Della Gala Daniela Bonizzoni Teresa Sammarone
Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!
Guardo la medaglia, un bacio verso il cielo e Paoletti pronuncia il mio nome invitandomi a salire sul terzo gradino del podio della mia categoria😍
Il mio grazie va alla mia squadra PLUS ULTRA, alla mia famiglia, a Gabriele che mi ha sopportato è supportato, a Franco e a tutti gli organizzatori, agli addettti ai ristori, alle mie amiche presenti e a quelle che ci sono state con il cuore, a chi credeva di vedermi ritirare e a chi mi ritiene una perdente, a mio padre che da lassù mi accompagna in ogni pazzia.
Grazie ai miei angeli custodi Valerio Assergi Scarcia Emanuela Iacomini che mi rimettono in sesto ogni volta e che mi supportano, alle mie fan Alberta Tabacco e Maura Tabacco!!
Fiera ed orgogliosa di essere entrata nel mondo delle ULTRA,
E il grazie più grande stavolta voglio farlo a me stessa per non aver mollato in gara come nella vita e per aver creduto che ancora una volta ce l'avrei fatta
 
Mario Ricci
Come definire correre una ultramaratona? I pareri sono discordi. C'è chi dice che avventurarsi oltre i 42 km sia da pazzi. In effetti un pò da pazzi lo è, i rischi di farsi male sono duplicati, triplicati, ma vuoi mettere la soddisfazione e l'orgoglio da arrivare a concludere una ultra?
Personalmente ho abbandonato quel mondo, ma ad alcune gare non so dire di no.
Una di queste è l'Ultramaratona del Gran Sasso. Una gara bellissima che valorizza al meglio le potenzialità attrattiva dell'altopiano e le qualità di resistenza e resilienza degli atleti. 
Quest'anno l'organizzazione ha fatto davvero un cambio di passo e la corsa è passata ad essere una vera gara di rilievo nazionale. C'è stata una eco e una partecipazione davvero da tutta Italia e tutti, indistintamente, sono rimasti ben impressionati dalla location, ma anche dalla puntuale organizzazione che non ha lasciato nulla al caso.
Giunto a Santo Stefano di Sessanio, nella graziosissima Piazza Medicea, non ho potuto non notare i tanti runners provenienti da fuori regione. Ho parlato con alcuni di loro e ho notato con quale trasporto stessero parlando dell'Abruzzo. In cuor loro non immaginavano che ci fosse tanta bellezza nel centro dell'Italia.
Sebbene i discorsi fossero piacevoli e divertenti, l'orologio ci richiama all'ordine e, in men che non si dica, arriva l'orario della partenza.
La Gara quest'anno, forse ostentando un pò troppa sicurezza nelle mie possibilità, decido di correre insieme a Mauro. Lui, al contrario di me, si è disciplinatamente preparato correndo bene e per tanti km (è reduce anche dal Passatore). Io ho racimolato solo un paio di uscite collinari medio lunghe di 28 e 35 km.
Allo start partiamo dal fondo del gruppo e piano piano cerchiamo di correre ad un passo lento e tranquillo, comunque tale da permetterci di svalicare al valico di Capo la Serra senza troppi patemi d'animo.
Il passo, seppur lento ci fa raggiungere e superare molte persone. Quando le cose si fanno serie, però, attorno al 18° km, laddove la pendenza si fa sentire, Mauro ne ha di più e se ne va lasciandomi al mio destino.
La mia corsa solitaria, tra alti e bassi, procede tranquilla. il passo non è dei migliori, ma la testa è sempre presente e determinata ad andare avanti.
Per fortuna ci sono tanti ristori ad alleviare un caldo ed un'arsura che non ti danno tregua e che causerà molti ritiri). 
Voglio ringraziare la gentilezza e lo spirito di sacrificio dei tanti volontari che hanno gestito quei ristori. Ci hanno dato una grande mano, insieme con i loro sorrisi e i messaggi di incoraggiamento che ci spronavano a ripartire più motivati di prima.
Voglio ringraziare anche tanti ciclisti che mi hanno offerto un pò d'acqua o sali che hanno dimostrato che il nostro è davvero un bell'ambiente dove ci sono tante brave persone.
I miei compagni di viaggio sono tanti, un ragazzo dei Lupi d'Abruzzo di Atessa che mi ha confessato di conoscermi perché lettore del blog, così come un ciclista incontrato più avanti. 
Poi ho condiviso qualche chilometro con Antonello Pattara e con tanti altri.
Correre sull'altopiano è come farlo nella pampa infuocata tanto che per un bel tratto mi sono praticamente denudato. 
Per fortuna, soprattutto verso il bivio per il Lago Racollo, siamo stati accarezzati da una leggera e fresca brezza che ci ha aiutato ad affrontare la salita che porta al 40° km. Già sull'altopiano avevo visto, seppur in lontananza, sterminate mandrie di mucche, ma dal Lago Racollo in su, corro e altre ne trovo a brevissima distanza da me. Sono bellissime, fiere e dallo sguardo austero. Un fantastico toro dal fisico imponente e muscoloso se ne sta quieto vicino alla sua lei. Una scena bellissima che mi dispiace non fissare con una foto. 
La salita finalmente finisce e raggiungo il ristoro. Due bicchieri d'acqua ed un pò di uvetta passa sono il viatico che mi lancia in discesa, giù verso Santo Stefano. Corro insieme a quattro runners fino al successivo ristoro del 45°, le forze scarseggiano, ma voglio assolutamente arrivare. E così, dopo una partenza un pò sofferta, mi butto in discesa fino all'arrivo.
Al 49 e 500 metri mi cadono in terra gli occhiali da sole. Fermarmi e raccoglierli è stata davvero dura, ma ce l'ho fatta. Riparto, bivio a sinistra e arrivo davanti al municipio.
5 ore e 7 minuti dice il cronometro. 15 minuti in più dello scorso anno. 
Anche se più lentamente ho corso bene e le sensazioni fisiche del giorno dopo sono ottime. 
Con un pò di allenamento in più forse l'avrei "vissuta" meglio, ma non importa. Le sensazioni e le emozioni che ho avuto, valgono totalmente quel poco di fatica e sofferenza.
Concludo dicendo grazie a chi, involontariamente, mi ha spronato, sostenuto, gratificato con la sua presenza e la sua illimitata fiducia, credendoci anche e più di me. Grazie, grazie, grazie.  



Articolo di Fabio Marri Direttore di Podisti.Net 01 agosto 2017
Che fosse la settima edizione, lo recitano il volantino e il sito ufficiale (a dire il vero, non troppo aggiornato); da qualche parte si trovano albi d’oro che partono dal 2007, sia pure con qualche anno saltato o qualche anno dubbio, e lascerebbero pensare a 8 edizioni.
In ogni caso, che nell’ultima domenica di luglio 2017 si sia corsa questa 50 km (che poi, da qualche angolo del sito, risulta 50,500) del Gran Sasso (dove peraltro il Gran Sasso sta nello sfondo, a 5-6 km quando è più vicino), ve lo posso garantire io che l’ho fatta, trovandomi proiettato in un ambiente straordinario – l’aggettivo è meritato, non me lo suggeriscono Fabio Fazio o Vincenzo Mollica – e constatando come questa gara, poco o nulla reclamizzata, riesca senza difficoltà a superare il tetto programmato dei 300 iscritti.
Correre alla fine di luglio attorno al Gran Sasso, e in particolare nell’immenso vallone di Campo Imperatore, a 1500 metri di quota, dove gli alberi sono un’eccezione, e purtroppo il transito di motociclette o camper la regola, significa quantomeno sottoporsi al rischio dell’insolazione e disidratazione, tanto più in quest’estate che tutti i guru del meteo annunciano come la più calda dal giorno che Eva staccò la mela dall’albero.
Eppure, la piazzetta centrale di Santo Stefano di Sessanio (un borgo di 130 abitanti che onora la sua fama di paese tra i più belli d’Italia, colpito dal terremoto ma intatto o splendidamente rinato nella parte alta), piazzetta che si riduce a uno slargo tutt’al più di 15x20, alle 8,30 di domenica non riusciva a contenere i partecipanti alla corsa: affezionati (moltissimi erano al secondo sigillo o più), ardimentosi, data la temperatura che stava “solo” sui 27 gradi ai 1250 metri della partenza-arrivo, curiosi o semplici amatori della corsa in ambiente naturale ma senza gli estremismi dei super-ultra-mega trail , e pure qualche fanatico…: però, insomma, la classifica ufficiale annovera 359 arrivati (più cinque staffette di coppia, gara di cui il volantino non diceva niente).
L’ex azzurro Alberico Di Cecco ha regolato tutti con 3.16:49 (oltre 4 minuti sul secondo, Wouter De Cock, 20 sul terzo e 34 sul quarto, tanto per dire che non c’è stata storia); confermando il successo del 2016 ma oggi con 12 minuti in meno, e arrivando esattamente un’ora davanti alla prima donna (22° assoluta), Elena Di Vittorio, che nel 2016 era stata terza.
Ma, ripeto, la cosa fuori dell’ordinario viene dalla partecipazione, più che doppia (stando alle statistiche) di due anni fa: e avevo cominciato a capirne le ragioni quando, ai primi di luglio, telefonai all’organizzatore Franco Schiazza per chiedergli notizie sugli alloggi possibili. Ebbene, nel giro di 4 ore Schiazza, seppur facendomi notare che ormai gli alloggi in paese e nel circondario erano esauriti, mi ha fornito una lista di una decina di possibilità, non ricavandole da internet ma da giri di telefonate; e alla fine, grazie anche a lui, ho trovato un posto favoloso nella vicina Rocca Calascio, in pratica un castello adattato ad “albergo diffuso”, da dove raggiungere in dieci minuti la sede di partenza.
Organizzazione, dunque, familiare e ‘dilettantistica’ (nel senso migliore del termine): qui la Fidal non è di casa, e, ad esempio, non era prevista la custodia delle borse – anche se poi alla fine si è trovata una soluzione amichevole -, le docce erano aleatorie, i controlli sul percorso inesistenti, e il chilometraggio segnalato solo ai ristori, con ricorrenti proteste di chi aveva il Gps e rilevava differenze anche di un km o più (al 37,5 ufficiale, una ragazza che correva nei miei pressi ha obiettato che il suo Gps segnava 39, ricevendo come risposta che comunque fino al 42 avrebbe avuto salita poi poteva rifiatare…).
Ma tutto il resto mi fa dire che ne valeva la pena, e che si capisce come mai gli iscritti aumentino ogni volta.
Anzitutto la bellezza dei luoghi: di S. Stefano ho già detto, ma anche l’apparizione verso il km 12 del borgo di Castel del Monte, un triangolo annidato tra le rocce, ha avuto del magico; poi, lo “svalicamento”- come dicono qui - del km 22,5 (dopo una decina di km nei quali siamo saliti di quasi 700 metri, dei 910 dichiarati in totale dall’organizzazione), che ci immetteva nello smisurato pianoro di Campo Imperatore, è stato ricco di fascino: anche perché la stanchezza ci lasciava ancora abbastanza lucidità per ammirare il Gran Sasso sullo sfondo, e l’immenso altopiano popolato da cavalli sauri e vacche rigorosamente bianche, e chiuso in alto dal rifugio-albergo dove per due settimane fu prigioniero Mussolini, e c’è la coda per visitare a pagamento il suo appartamentino (dove sino a pochi anni fa si poteva anche dormire)...
Purtroppo, da Castel del Monte alla zona mercato di Campo Imperatore, i tornanti erano popolati da auto, moto e perfino inquinanti Vespe in misura sopra il tollerabile (un raduno?). Per fortuna, dal km 35 le cose sono andate molto meglio, e tutt’al più dovevamo tendere l’orecchio al ronzio silenziato delle biciclette che ci raggiungevano alle spalle.
Eccellenti i ristori (a parte le discutibili indicazioni chilometriche): ho prediletto le fette di cocomere e gli idrosalini, ma c’era un po’ di tutto (anche la birra, al km 45), e ogni tanto spuntava dal monte qualche cannella o fontanella che ci offriva fresca acqua supplementare; essenziale per uno sventato come me che aveva deciso di partire senza il cappellino raccomandato, e di cui era dotato almeno il 95% dei corridori (incluse alcune curiose varianti, come quella specie di cuffietta con pirullo che faceva pensare a un preservativo con serbatoio). Insomma, testa sotto il getto, e per un po’ sei tutelato. Poi, dopo quattro ore, il cielo si è a tratti rannuvolato, e dunque l’insolazione è rimandata al prossimo turno.
Un bacetto devo darle anche alle mie Mizuno Wawe Legend, ormai fuori mercato e infatti escluse dai più recenti cataloghi, ma che per 80 euro stanno ammortizzando a meraviglia le mie membra appesantite; e stavolta mi hanno addirittura consentito di arrivare davanti alla Miss Corsa Luisa Betti, una F 20 seconda della sua categoria, e sostenuta nello sforzo da un nugolo di gabbiani, pronti a rallentare se lei rallentava, a camminare se lei camminava, e speranzosi che lei si fermasse, preferibilmente in luogo solitario, ché si poteva tentare il colpo della vita…

Molti amici tra i partecipanti, in particolare quelli del club Super Marathon moralmente guidati da Vito Piero Ancora dall’altro delle sue 1017 maratone. Michele Rizzitelli mi ha inflitto l’ennesima sconfitta dell’anno, vincendo la categoria M 70 con 5.53, giusto un’ora – anche lui – davanti alla moglie Angela Gargano.
E anche riguardo alle classifiche, devo dire che, seppur gestite del tutto manualmente (cioè senza chip) dai giudici Uisp, in pochi minuti erano affisse al tabellone (se penso che alla Longarone-Busche, superchippata e super-fidalizzata, la pagina che riguardava il sottoscritto non è mai apparsa sui tabelloni, cosicché qualcuno si è ciulato il mio premio di categoria…), consentendo premiazioni sollecite e verificabili, mentre si svolgeva intanto il pasta-party compreso nei 30/40 euro di iscrizione: maccheroni, affettato, verdure, acqua, e Franco Schiazza girava fra i tavoli offrendo vino (oltre alla bottiglia già compresa nel pacco-gara).
Ecco perché, al di là di qualunque elucubrazione o giudizio o pre-giudizio o ideologia pre- o post-muro di Berlino, i numeri parlano chiaro: l’Ultra del Gran Sasso piace, e se lo merita.



Franco Schiazza Organizzatore della 50 km del Gran Sasso - Grazie dell'articolo Fabio
Le prime quattro edizioni 2007, 2008, 2009, 2010 si partiva e si arrivava a Castel del Monte. L’ideatore e l’organizzatore della gara era Aurelio Michelangeli. Negli anni successivi c’è stato
uno stop dal 2011 al 2014. Io l’ho ripresa (dopo averla fatta per 3 anni da partecipante) come organizzatore nel 2015, 2016, 2017.

I Chilometraggi segnati sull’asfalto erano dell'anno precedente 2016, quando si finiva in piazzetta  ( ero indeciso fino alla fine se finire in piazzetta o al Comune, ma vedendo il numero degli iscritti finali ho deciso a malincuore di abbandonare la bomboniera che è la Piazzetta Medicea
per finire al Comune, area dedicata completamente a voi podisti e familiari al seguito), quindi la variazione di percorso finale era di più di 1 km da quello segnato a terra nei ristori. Lo volevo dire alla partenza ma mi è sfuggito... è una mia grande dimenticanza e chiedo scusa a tutti.
Per il 2018 miglioreremo questo aspetto dei chilometraggi.

Il blog va assolutamente aggiornato continuamente durante le iscrizioni (ero troppo preso per gestire i 100 iscritti in più, inventarmi come gestire le 100 medaglie dipinte a mano da entrambi i lati e in più gli zainetti finiti da sostituire con prodotti di egual valore ) forse è il caso di affidare il blog a forze fresche familiari... mia figlia, io direi che il blog andrebbe anche migliorato un po’, oppure creare un sito... vedremo...

Per le docce… nel paesino non esiste nè scuola e neanche palestra, per avere ciò ci dovremmo spostare a Castel del Monte... ma dopo tanto successo e amicizia con i cittadini del piccolo borgo direi assolutamente no. Ho contattato Ditte per installare 4 docce ma il prezzo era improponibile. Alzare le quote di partecipazione non mi va assolutamente, anche se qualcosina va considerato per il 2018.
Quindi è stato messo un tubo volante ad una fontanina con acqua fredda ( come dici tu anche questo in modo dilettantistico ) e in tanti l’hanno utilizzata. Chi ha dormito nella struttura degli Aplini a Barisciano avevano a disposizione 2 doccie. Le piccole strutture ricettive hanno lasciato fare la doccia agli atleti fino alle 17 e in tanti ci hanno accontentato. Anche questo aspetto potrebbe essere migliorato con l'ingresso di quache Sponsor... vedremo...

La staffetta non l’ho pubblicizzata e messa nel volantino solo perché non voglio snaturare la 50 km. Ho accettato solo qualche atleta ( Abruzzese e se non ricordo male due Romani ) che volevano farlo per allenarsi e hanno talmente insistito che non ho avuto il coraggio e la forza di dire di no. Se la pubblicizzavo forse nella piazzetta potevamo essere anche più di 500, poi dovevamo fare anche la partenza dalla strada sottostante. Quindi nel 2018 dovrò decidere se incrementarla e pubblicizzarla oppure continuare a numero chiuso per pochi... vedremo...

Per le borse abbiamo fatto il deposito all’interno del Comune, senza controlli, del resto io ho lasciato tutti i premi all’interno del Comune per una settimana con le porte aperte, ma nessuno ha toccato niente, qui si respira aria di tranquillità e onestà. Se i numeri aumentano bisogna organizzarsi sicuramente meglio.

Caro Fabio mi fa piacere che hai scritto tutto ciò, perchè chi viene a correre sul Gran Sasso deve fare piccoli sacrifici anche in tutto ciò che hai descritto. Credo che la nostra 50 km abruzzese debba rimanere familiare e dilettantistica (nel senso migliore del termine come hai suggerito giustamente tu)... Hai centrato in pieno due termini che mi piacciono molto, io ci aggiungerei anche amore e passione.

Grazie di tutto perché siete proprio voi atleti, amici, popolazione del posto e territorio che mi date la forza di continuare a fare sempre meglio.
Al 2018, sperando di sbagliare il meno possibile. Grazie di nuovo dei tuoi suggerimenti/consigli  Fabio ne faro tesoro e grazie che hai scelto di correre sul piccolo “Tibet d’Abruzzo” Campo Imperatore.


Andrea Adanti
dal Sito del Club dei Supermaratoneti ItaliaUltramaratone 04 Agosto 2017 Gran Sasso.
Alla ricerca del fresco perduto.
In un’Italia devastata da incendi, sotto la morsa della siccità, bacini idrici e fiumi ai minimi livelli e fornitura dell’acqua razionata, decido di ricercare un po’ di fresco andando a correre in Abruzzo ai piedi del Gran Sasso, in quota tra i 1100 e 1600 metri di altitudine.Punto di riferimento e partenza dell’ultramaratona é Santo Stefano di Sessanio all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Dopo il ritiro pettorali e pacchi gara andiamo a visitare il centro storico quasi completamente restaurato dopo il terremoto dell’Aquila del 2009. Il borgo è un autentico gioiellino; abitazioni in pietra, vicoli stretti, archi, palazzi con caratteristiche corti interne e scalinate; mentre ammiriamo estasiati udiamo una musica e ne siamo come magicamente attratti, così arriviamo in Piazza Medicea dove si sta svolgendo un concerto di musica classica. Proseguendo la nostra visita notiamo cartelli con ordinanza del 2009 indicanti “zona rossa” per alcune aree ancora con accesso interdetto dovuto al terremoto.SantoStefanoLa serata prosegue con la cena in un ristorante in compagnia di maratoneti “illustri”; la coppia d’oro del podismo italiano, Angela Gargano e Michele Rizzitelli, festeggia le 1500 maratone complessive, al loro tavolo anche la simpatica ed elegante Carla Gavazzeni e l’irraggiungibile Piero Ancora per un totale di circa 1300 maratone. Nel mio tavolo, io insieme ai compagni di viaggio Michele Giammanco e Michele Sisto collezioniamo 400 maratone; siamo proprio dei pivellini.Domenica 30 luglio, con qualche minuto di ritardo rispetto alle ore 8:30 previste, si parte da una stracolma Piazza Medicea, animata, colorata e festante. Per l’occasione io e Michele Sisto, mio compagno di società del Crispiano Marathon Club, indossiamo le nuove canotte; sulla mia ho fatto scrivere “ANDY SLOW FOOT” (Andrea dal piede lento) che rappresenta il mio modo di vivere la corsa, non un agonismo esagerato, ma a passo lento per godermi al massimo tutte le emozioni. Motto particolarmente azzeccato oggi in questa 50 km dai panorami mozzafiato e da prendere a passo lento per le notevoli difficoltà altimetriche e climatiche.Un breve giro iniziale attraverso le strette viuzze del borgo e poi via a tutta birra in discesa per circa 5 km verso Calascio; sembra un percorso agevole ma è solo un’illusione, infatti superato il paese arrivano le prime salite. Inizialmente mi trovo a disagio perché non sono indicati i km e non riesco a regolare il ritmo di corsa, poi provvederò prendendo come riferimento le postazioni dei ristori. Inoltre dopo circa un’ora di gara armeggiando sul cronometro azzero anche il tempo di gara, ma va bene così; senza precisi riferimenti kilometrici e temporali mi dedico ancora di più ad ammirare i panorami suggestivi. La veduta successiva é davvero impressionante: dal fondo valle si scorge in alto Castel del Monte, il prossimo paese da raggiungere “scalando” i ripidi tornanti della strada su cui si vedono lontani, piccoli come formichine in fila i tanti podisti che mi precedono. La salita é pesante e sono più i tratti in cui cammino rispetto a quelli di corsa. Giunto a Castel del Monte, ora le parti si sono invertite e guardando dall’alto verso il basso compatisco tutti gli amici runner che debbono ancora sorbirsi la salita. Attraversiamo il paese ed uscendo inizia il tratto più impegnativo. Il sole inizia a picchiare forte, il percorso é in salita e senza nessuna zona d’ombra.Quando mi affianca e supera Wonder Woman penso che per me é giunta la “FINE”, ma dopo un attimo di smarrimento mi rendo conto che non é una visione mistica ma una bella runner della Amatori Podistica Terni con diadema, bracciali e cavigliere “d’oro” e pantacollant rossi. Cerco di alleviare la calura saccheggiando i ristori ben forniti: fetta d’anguria e 5 o 6 bicchieri tra acqua, sali e tè e mi bagno sempre la testa; nonostante tutto ho un attimo di debolezza, mi tolgo la canotta in modo da avere una sensazione di fresco procurata dal seppur debole vento che colpisce la pelle bagnata dal sudore. Mi sono permesso questa licenza solo perché da qui in avanti si corre fuori dai centri abitati. Intorno al km 22 arrivo nel punto più alto del percorso nell’altopiano di Campo Imperatore che viene definito “il Piccolo Tibet”. Da qui fino al km 40 si trova il panorama più affascinante e caratteristico di questa gara; un’ampia spianata di origine carsica, quasi totale l’assenza di alberi, pascoli con mandrie di bovini, greggi e cavalli in una zona selvaggia ed incontaminata racchiusa tra i monti del Gran Sasso; qui sono stati girati diversi film tra cui “Continuavano a chiamarlo Trinità”.Note stonate che rovinano questa atmosfera suggestiva sono il transito di numerosi e rumorosi gruppi di motociclisti e la presenza di bancarelle kitsch in un piccolo mercato che sono di cattivo gusto in questo tipo di ambiente. Al km 35 si lascia la strada principale e da qui fino all’arrivo saremo solo noi podisti, le auto si conteranno sulle dita di una mano. Ultima salita fino al ristoro del km 40 dove vengono offerti anche gli arrosticini, spiedini di carne di pecora tipici dell’Abruzzo. Dopo il ristoro inizia una discesa continua fino all’arrivo, interrotta da una breve ma impegnativa salita in corrispondenza del ristoro del km 45. Al km 46 riconosco giù in basso il paese di Santo Stefano, si ha l’impressione di toccarlo allungando la mano, ma é solo un’illusione perché anche se vicino in linea d’aria la strada tutta tornanti ci allontana dal traguardo senza pietà e anche gli ultimi 4 km in discesa sono tutti da soffrire. Poco prima dell’ingresso in paese indosso di nuovo la canotta, raccolgo le ultime forze e taglio il traguardo sprintando. Al collo una bella ed originale medaglia, tempo finale 6 ore 14 minuti e 50 secondiLa mia missione alla ricerca del fresco é miseramente fallita, al termine della gara con i miei compagni di viaggio ci guardiamo in faccia e nel resto del corpo; sembriamo delle aragoste completamente arrostiti dal sole. Invece Franco Schiazza e gli amici della Manoppello Sogeda non hanno fallito nella loro missione: è stato un successo totale sotto tutti i punti di vista ed anche i numeri parlano chiaro. In un paese di poco più di 100 abitanti sono riusciti ad attrarre 400 partecipanti con un trend sempre in crescita negli ultimi anni ed il successo più grande lo si legge nei volti dei podisti al traguardo, stanchi ma pienamente soddisfatti.il transito di numerosi e rumorosi gruppi di motociclisti e la presenza di bancarelle kitsch in un piccolo mercato che sono di cattivo gusto in questo tipo di ambiente. Al km 35 si lascia la strada principale e da qui fino all’arrivo saremo solo noi podisti, le auto si conteranno sulle dita di una mano. Ultima salita fino al ristoro del km 40 dove vengono offerti anche gli arrosticini, spiedini di carne di pecora tipici dell’Abruzzo. Dopo il ristoro inizia una discesa continua fino all’arrivo, interrotta da una breve ma impegnativa salita in corrispondenza del ristoro del km 45. Al km 46 riconosco giù in basso il paese di Santo Stefano, si ha l’impressione di toccarlo allungando la mano, ma é solo un’illusione perché anche se vicino in linea d’aria la strada tutta tornanti ci allontana dal traguardo senza pietà e anche gli ultimi 4 km in discesa sono tutti da soffrire. Poco prima dell’ingresso in paese indosso di nuovo la canotta, raccolgo le ultime forze e taglio il traguardo sprintando. Al collo una bella ed originale medaglia, tempo finale 6 ore 14 minuti e 50 secondi
La mia missione alla ricerca del fresco é miseramente fallita, al termine della gara con i miei compagni di viaggio ci guardiamo in faccia e nel resto del corpo; sembriamo delle aragoste completamente arrostiti dal sole. Invece Franco Schiazza e gli amici della Manoppello Sogeda non hanno fallito nella loro missione: è stato un successo totale sotto tutti i punti di vista ed anche i numeri parlano chiaro. In un paese di poco più di 100 abitanti sono riusciti ad attrarre 400 partecipanti con un trend sempre in crescita negli ultimi anni ed il successo più grande lo si legge nei volti dei podisti al traguardo, stanchi ma pienamente soddisfatti.

Massimiliano De Luca
Nella medaglia che prendi alla fine di una gara c'è la tua vittoria. In qualcuna qualcosa più. Come questa. Con l'Abruzzo nel cuore. Io ci vado da quando sono piccolo su quelle montagne, le ho girate tutte, d'estate e d'inverno, con mio padre e con mio figlio. Sono rimasto sorpreso e contento la sera prima di rivedere il corso dell'Aquila un fiume di gente. Siamo arrivati qui io e Alessandro perché questi due giornate in un certo senso ci servivano. Giuro che fino a due giorni prima non eravamo sicuri entrambi di poterla fare la gara. E non l'avevamo preparata. E cinquanta chilometri non li vai a fare senza prepararli se non hai altre motivazioni.
La prima è che ci piace. Ci piace correre, stare li ore insieme a chiacchierare, scherzare, ridere.
Quando dici che vai a fare gare lunghissime capita che te ne dicano tante. Ma come ve vá, ma chi ve lo fa fá, siete pazzi.
Io non lo so se siamo pazzi incoscienti.
Io so solo una cosa.
Siamo felici.
Perché l'amicizia è come una giornata di pioggia in cui dividere l’ombrello. E quando non c'è l’ombrello, allora si divide la pioggia.
Questo è stato fare 50 km insieme.
Come dice sempre il nostro amico Matteo together is much better, che in italiano significa che insieme è molto, molto, ma molto meglio di più. 😜😜😜
P.S. per le foto si ringrazia vivamente foto4go, lab in versione runners e naturalmente Luca Bonanni. Grazie.

Aldo Onorati
Oggi un giorno qualunque .
Ci sono 2 notizie !!!! Una Cattiva e Buona .
La 1^ Fa caldo di questi tempi una parola comune …!!! E così la stanchezza fisica la riduzione del buon umore fino a una minore propensione verso gli altri... !!! Basta solo il pensiero di un caldo intenso , senza bisogno di sperimentarlo fisicamente per intaccare il buon umore.
La 2^ Gran Sasso D'Italia Ultra 50 KM. 30/07/2017
Il coraggio , forza e tenacia. Saper di affrontare una sfida … Comunque vada... Il caldo passa in secondo piano. Tutto svanisce è la realtà che ti porta avanti, tu se li e devi raggiungere il traguardo. Ma tutto diventa facile, sei allenato , sei consapevole e cosciente. Poi ancora di più ti accorgi di essere in un posto magnifico, dove le persone sono vere. Il panorama immenso. E tutto accade. 50 Km duri, tosti... ma non sentire nulla fino alla fine dove ti premiano per la tua fatica e condividere quei momenti immensi con un mondo che sembra quasi non esistere. Un Mondo che possiamo modificare e renderlo Migliore. Aldo Onorati. Per chi ama la vita , per chi ama correre....!!! per chi semplicemente vuole amare. Con Natascia Panzavolta Paolo Reali Milenka Cocciola Micaela Testa Di Gregorio Enrico Emanuele Colarullo Felice Petroni . Un ringraziamento a chi ha scattato alcuni momenti che rimarranno nei nostri cuori. Fabrizio Bonanni , Foto 4 Go Luca Bonanni.

Foto4Go
Runners, Arrosticini e Fotografia...un trittico che Luca Bonanni non si è lasciato scappare ed è partito alla volta di Campo Imperatore per documentare per Foto4Go l'edizione 2017 dell'Ultra Maratona del Gran Sasso. 50 km di pura adrenalina e sforzo!!!
Pietro Emanuele Simone Alberico Di Cecco Luisa Betty Aldo Onorati Paolo Reali Di Gregorio Enrico Franco Schiazza

Davide Montuori
Che spettacolo!!! Mi sono divertito un sacco!! Complimenti all'organizzazione!!!


Virginia Nanni
Io personalmente non vedo l'ora che arrivi l'edizione 2018.
È stata la migliore delle 3 edizioni finora corse, per tanti motivi.
Mi ha regalato emozioni, un titolo, fiducia.
E mi complimento nuovamente con il mio amico Franco Schiazza, che è riuscito ad organizzare il tutto in maniera egregia.
Bravissimo Zacc! La dimostrazione che con cuore e passione tutto è possibile.
 

Grazie a tutti per aver partecipato è stata una grande giornta di sport, sociale e di solidarietà...arrivederci al 2018!!!