La corsa della memoria, per non dimenticare:
I COMUNI DI LETTOMANOPPELLO, MANOPPELLO e TURRIVALIGNANI, LE ASSOCIAZIONI M.C. MANOPPELLO SOGEDA , CONTEA DI MANUPPELL, LA PRO LOCO "THOLOS" DI LETTOMANOPPELLO, LA US ACLI ORGANIZZANO LA
"CORRI E CAMMINA MARCINELLE"
PER NON DIMENTICARE LA TRAGEDIA DI MARCINELLE
l'UNESCO NELLA SESSIONE 2012, HA DICHIARATO L'EX MINIERA BOIS DU CAZIER - DI MARCINELLE - PATRIMONIO DELL'UMANITA'
GIOVEDI 08 AGOSTO 2013 PARTENZA ORE 18.30
CORSA PODISTICA NON COMPETITIVA E CAMMINATA PER LA SALUTE KM 14
RITROVO PIAZZA MARCINELLE A LETTOMANOPPELLO (PE)
QUOTA DI PARTECIPAZIONE 5€
Tutti i
concorrenti saranno premiati.
Saranno premiati i primi 5 gruppi più numerosi, ad ogni partecipante verrà
consegnata una maglietta a ricordo della manifestazione.
E' PREVISTO UN RISTORO A FINE GARA
Per informazioni gara - Febbo Venturino Cell. 3494081283 - email cate.ele@alice.it
( L’U
8 agosto 1956: la tragedia di Marcinelle
Sono le 8 e dieci del
mattino dell' 8 agosto 1956. Una colonna di fumo nero si leva dalla miniera di
carbone di Marcinelle, a Charleroi, in Belgio. A 975 metri di profondità
si scatena l'inferno. Dei minatori scesi nel pozzo per il primo turno 262
muoiono, di cui 136 italiani.
L'incidente
Gli uomini si erano appena calati e l'estrazione era cominciata quando sulla
piattaforma del piano 975, per un malinteso, la gabbia si avvia prima del tempo
mentre un vagone mal inserito oltrepassa uno degli scomparti filando via verso
la superficie, guadagnando velocità e danneggiando due cavi elettrici ad alta
tensione. Un lampo e poi l'inferno: le fiamme avvolgono travi e strutture in
legno e solo sette operai riescono a risalire in superficie accompagnati dalle
prime volute di fumo nero e annunciando la tragedia che si sta compiendo.
"Tutti morti"
I soccorritori tentano l'impossibile e sfidano la temperatura infernale causata
dall'incendio. Il giorno dopo gli uomini sono ancora prigionieri: l'incendio
non ha toccato chi lavora ai livelli più bassi della miniera e per giorni si
spera di poterli trovare ancora in vita. Ma all'alba del 23 agosto i soccorritori
tornano in superficie e le parole pronunciate da uno di loro suonano come un
macigno: "Tutti morti". Li hanno trovati a 1.035 metri di
profondità, avvinghiati gli uni agli altri in un'ultima disperata ricerca di
aiuto e di solidarietà.
Rabbia e impotenza
Quel giorno tante povere donne chiamano invano nomi italiani. Le grida, i
pianti, le maledizioni formano un coro tragico finché le donne non hanno più
voce e lacrime per piangere. Solo la pietà e l'intuito dell'amore
permetteranno, in alcuni casi, di riconoscere i corpi arsi dalle fiamme.
Bandiera nera per l'Italia e per i 406 orfani che sempre malediranno
Marcinelle. E' in lutto il Paese dei poveri, degli emigranti, "merce di
scambio" tra i governi italiano e belga che nel '46 firmarono l'accordo
"minatori-carbone": l'Italia forniva manodopera (47mila uomini nel
'56) in cambio di carbone.
Una vita disperata
Partiti da casa con un fiasco di Chianti e tre pacchetti di sigarette, sono
inchiodati sotto un cielo perennemente grigio di fumi bassi, un paesaggio da
"Cittadella" di Cronin, pavé nero e sconnesso, un lavoro che
abbrutisce e a stento sfama, il grisou in agguato, i mucchi di scorie come nere
sentinelle, umide baracche come case con appiccicate le cartoline illustrate di
paesi col campanile in mezzo e la campagna attorno, un bicchiere di vino
cattivo e una voglia disperata del sole di casa. In Belgio si muore di grisou,
di fuoco, di mancanza di sicurezza nei pozzi, ma si muore anche più lentamente,
senza accorgersene, di carbone che entra nei polmoni, di birra, di fatica, di
nebbia, di muffa, di nostalgia. Vite vendute per un sacco di carbone.
Marco Innocenti da il sole
24 ore dell’ 08 agosto 2009