giovedì 23 ottobre 2014

Il più grande “Prologo” dopo il Big Ben - 14^ Edizione della Maratona di Pescara, svoltosi sabato 18 ottobre


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Categoria: Ultramaratone
Pubblicato Giovedì, 23 Ottobre 2014 00:00
Scritto da Michele Rizzitelli
 

Non c’è nessun “Prologo” al mondo come quello della 14^ Edizione della Maratona di Pescara, svoltosi sabato 18 ottobre.
Le altre maratone, o non ce l’hanno o si risolve in una passeggiatina al Palazzo di Vetro, come a New York.

E’ durato sei ore! Quanto il tempo massimo concesso per la maratona che si sarebbe corsa l’indomani, domenica 19 ottobre. Stesso luogo di partenza e arrivo, Piazza della Rinascita. Solo il percorso è stato diverso, ma del tutto in sintonia con l’habitat della “gara madre”. Anzi ha interpretato al meglio il “genius loci” di questa città di mare. La maratona si corre sulle strade asfaltate del Lungomare? Bene! Il Prologo ha avuto come location, un contatto più diretto con il mare, la sua sabbia. Anzi, il vincitore della maratona, Antonio Nicassio, e quello della 6 ore, Michele Calabrese, hanno galoppato a piedi nudi nelle acque dell’Adriatico, mentre la vincitrice della maratona, Angela La Torre, si è limitata a farlo sulla battigia.
Era alta la temperatura in città, quando alle ore 13:00 è partita la “6 Ore Beach”, con possibilità di fermarsi alla distanza maratona. Sulla spiaggia, invece, spirava piacevolmente la brezza.
Chi poteva fornire il “materiale atletico umano”, se non il Club Super Marathon? Erano tutti Supermaratoneti i 17 che si sono schierati sulla linea di partenza, di cui quattro donne con i rispettivi mariti/compagni. Quattro coppie, un vero primato! Due chilometri di sabbia compatta, il circuito tracciato da Massimo Faleo, con la supervisione di Alberico Di Cecco e Franco Schiazza, che ha semplicemente copiato l’idea di un altro Supermaratoneta, Francesco Capecci, inventore di questo tipo di percorso.

Se la sabbia era compatta, l’Adriatico era una tavola. E’ stato gradevole trascorrere sei ore sul bagnasciuga con in lontananza la cornice di alti palazzi, colline verdeggianti e il ponte che scavalca sinuosamente il fiume omonimo della città.
Ho rivisto il sorriso radioso di Maria Luisa Costetti, ritornata a buoni livelli. Ho dimenticato la fatica accumulata, allorquando il sole, tramontando, ha tinto di un tenue color rosa le placide onde del mare.
Non conosco le sensazioni che si provano correndo sulla riva, nottetempo, sotto il cielo stellato. Bisognerebbe chiederlo a Paolo Gino ed Eligio Lomuscio.
A fine prologo, medaglia e buffet riservato, che non mi risulta diano nella Grande Mela o in altre metropoli.
E’ esagerato correre due maratone consecutive? Non mi lascerò imbottigliare in polemiche. Tutto è relativo. Tra i critici ho visto chi partecipa alla 100 km del Passatore, certamente più dura del correre due volte 42,195 km pianeggianti intervallati dal riposo notturno. E il pensiero va alla… trave e alla… pagliuzza!

 
 
 

 

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